DALL-E 2 e i pericoli dei generatori di immagini

Fotocamere, photoshop e matite non servono più: da aprile 2022 basta DALL-E 2, il generatore di immagini dotato di intelligenza artificiale capace di creare qualsiasi scenario possiamo immaginare digitando semplicemente un testo in linguaggio naturale. Bastano quindi poche parole, persino una sola emoji, per descrivere brevemente l’immagine che abbiamo in mente e dargli forma in pochi secondi grazie all’intelligenza artificiale.

DALL-E, nome derivato dalla fusione di Salvador Dalì e di WALL-E della Pixar, è stato rilasciato dal laboratorio di ricerca OpenAI per la prima volta nel 2021. Nonostante fosse già uno strumento notevole, è con l’accuratezza raggiunta con l’ultima versione, rilasciata quest’anno, che suscita un generale senso di stupore, specialmente per la velocità con cui l’intelligenza artificiale è riuscita a progredire.

La diffusione di questo “photoshop conversazionale”, così viene definito DALL-E in un articolo del Washington Post, viene tuttavia seguita anche da un forte senso di pericolo. Si prevedeva già un futuro dove la tecnologia e l’intelligenza artificiale avrebbero presto il sopravvento, ma nessuno immaginava così presto e soprattutto così facilmente accessibile: a cinque mesi dal rilascio si contano 1,5 milioni di utenti che generano circa 2 milioni di immagini al giorno.

Perché è pericoloso utilizzare un generatore di immagini

Dando a tutti la possibilità di fruire dei generatori di immagine, si accendono dibattiti su diversi temi, prima di tutto legati all’origine della creatività, al significato di arte e di autore, ma anche alla disinformazione di massa.

I rischi sono così tanti da doversi chiedere se abbastanza validi in contrappeso ai vantaggi che otteniamo con i generatori di immagini. Come dichiarato da Hany Farid, professore della UC Berkeley, specializzato in digital forensics, computer vision e disinformazione: “Non siamo più agli albori di Internet, dove non possiamo vedere quali sono i danni”.

Tanti i fenomeni negativi susseguitisi a ogni evoluzione della tecnologia: ogni nuovo strumento o sistema, mentre introduceva maggior efficienza, portava con sé potenziali danni. Basti pensare come i progressi dell’intelligenza artificiale abbiano dato origine ai deepfake, un termine ampio che comprende tutti i media sintetizzati dall’intelligenza artificiale, dai video falsificati a foto sorprendentemente realistiche di persone mai esistite. Infatti, quando vennero diffusi i primi deepfake, gli esperti avevano già svelato come sarebbero stati utilizzati per minare la politica.

Per stemperare queste preoccupazioni, i creatori di DALL-E hanno di fatto applicato delle limitazioni nell’utilizzo del sistema: prima con la rimozione dei contenuti grafici violenti e sessuali dai dati utilizzati per addestrare DALL-E, poi per il controllo di eventuali molestie mirate, bullismo e sfruttamento.

Tuttavia, non è solo l’incertezza informativa il problema derivante da questi generatori di immagini: evidente è l’impatto di questa tecnologia anche nel settore della proprietà intellettuale dove diventa evidentemente sempre più complesso garantire paternità ed originalità dei contenuti rappresentati.

Come un’app può garantire l’autenticità delle immagini

Tutelare e garantire l’autenticità e l’originalità delle immagini diventa una necessità fondamentale per impedire che le opportunità derivanti da queste nuove tecnologie si tramutino in un pericoloso boomerang sociale ed economico. Dunque, si rende necessario e inevitabile l’utilizzo di uno strumento altrettanto accessibile e facile da utilizzare, capace di fornire un metodo sicuro e protetto per l’acquisizione certificata di foto, video ed altri file multimediali “veri” ed incontestabili.

TrueScreen è l’unica app in grado di garantire, mediante un report di valore forense emesso da un ente certificatore ufficiale, l’oggetto e la data certa di creazione materiale dell’attività intellettuale di carattere creativo.
L’applicazione verifica in pochi secondi l’integrità dei file depositati permettendo di garantirne l’origine, l’autenticità e la non contraffazione.

Solo in questo modo chiunque (aziende e privati) saranno in grado di garantire incontestabilmente qualsiasi contenuto acquisito con dispositivi mobile e si potranno agevolmente impedire utilizzi illeciti dei contenuti nei diversi contesti sociali ed economici che caratterizzano i nostri tempi.

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